Appello Jolly Nero: assolto il pilota, riduce la condanna al Comandante, conferma per la Messina

jolly-nero-675L’assoluzione in appello del Pilota Antonio Anfossi (condannato a 4 anni e 2 mesi in primo grado) è la nota più stridente nella decisione di secondo grado del processo Jolly nero: pena leggermente diminuita al Comandante della nave Roberto Paoloni a 9 anni e 11 mesi, (10 anni e 4 mesi in primo grado); confermata la decisione per il resto, compresa la condanna amministrativa alla società Messina, la pena per il primo ufficiale Repetto (8 anni e 6 mesi) ed al direttore di macchina Giammoro (7 anni).

I giudici italiani non sembrano davvero voler guardare più in alto del ponte di comando delle navi, e la Corte d’Appello di Genova non ha neppure in questo grado di giudizio intravisto responsabilità di vertice per l’armatore: e così ancora una volta il sistema portuale di Genova, cioè piloti e rimorchiatori, ne esce fuori pulito.

L’assoluzione del Pilota Anfossi, che è l’autore materiale della manovra e colui che – per sua stessa dichiarazione – era l’unico a impartire i comandi su una nave di “zombie”, dimostra solo una cosa: la soluzione più facile in questi disastri marittimi, è crocifiggere i Comandanti delle navi, scaricando su di loro l’intera responsabilità nella catena di Comando.

Anche per Schettino è successo così, con una sentenza giustamente severa, ma affiancata a condanne da abuso edilizio per tutti gli altri ufficiali presenti con lui sul ponte di Comando, e che hanno gestito la crisi in modo altrettanto inaccettabile.

Eppure in campo navale il codice IMS Safety Management System o SMS ( in rispetto al “International Safety Management” (ISM) codice adottato dall’IMO) ha da diversi anni inteso a livello internazionale distribuire le responsabilità tra armatore e Comandante, nel senso di garantire che sulle avarie, malfunzionamenti, cattive gestioni delle procedure sia il primo a dover intervenire e prevenire il ripetersi: il senso è che se l’armatore mette una carretta in mano al Comandante non può essere poi solo questo ultimo a risponderne.

La riduzione di pena per il Comandante Paoloni, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, riteniamo sia legata al reato di falso, che è stato depenalizzato se commesso da un privato, oltre alla prescrizione di un reato contravvenzionale minore, quindi vuol dire poco e niente, e conferma le sue responsabilità: resta pesantissima la sua condanna a 9 anni e 11 mesi di reclusione, che quindi dovrà scontare in carcere.

Per la compagnia Messina resta invece pienamente confermata la condanna ai sensi del D. lgsl 231 al pagamento di 1 milione e 50mila euro per illecito amministrativo, ma ovviamente non ci arrendiamo qui, andremo avanti in Cassazione per chiedere ancora una volta l’estensione della condanna anche a Giampaolo Olmetti, responsabile dell’armamento della compagnia Messina, e recuperare le responsabilità del pilota Anfossi al fianco di quelle di Paolonie degli altri condannati in primo e secondo grado.

Anche il sostituto procuratore generale Enrico Zucca aveva chiesto anche la sua condanna ed ha affermato di attendere la lettura delle motivazioni per valutare il possibile ricorso per Cassazione.

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